CAMBIAMENTI CLIMATICI E DEFLUSSO MINIMO VITALE NEI TORRENTI CAPTATATI IN VALCHIAVENNA



Legambiente Valchiavenna prende spunto dal dossier curato soprattutto da Legambiente Piemonte, con la collaborazione di vari circoli delle Alpi "L'idroelettrico impatti e nuove sfide al tempo dei cambiamenti climatici" per contestualizzarlo alla Valchiavenna. Il dossier sottolinea come i cambiamenti climatici già in atto hanno ripercussioni sulla quantità di acqua che scorre nei nostri torrenti (che sono già sotto pressione a causa delle captazioni), in quanto la piovosità stanno cambiando regime: molto meno d'estate (vedi questa estate), e anche siccità in periodi imprevisti come questo ottobre, (in ottobre ha piovuto il 95% in meno rispetto alla media stagionale. Alle mancate precipitazione soprattutto in periodi estivi, va sommata la sempre meno acqua che arriverà dallo scioglimento dei ghiacciai, e ricordiamo che nei prossimi 50 si prevede la scomparsa completa di essi ( con la conseguenza della scomparsa di un rifornimento d'acqua). In questo scenario di cambiamenti climatici che porta alla brusca variazione del regime dei nostri fiumi, va inserita la già situazione di prelievo notevole di acqua dai fiumi e torrenti della Valchiavenna, che in alcuni casi già ora crea delle criticità. Dobbiamo ricordare che se da una parte è vero che l'idroelettrico produce energia pulita, dall'altra parte non è esente da impatti ambientali. Il fatto è che le ricadute negative ambientali che si hanno nel costruire piccoli impianti o nel prelevare rilasciando solo il 10% o meno, non sono giustificate dall'incremento di produzione che da esse derivano. Nel dossier di Legembiente (Pag.1) si legge che nel 2014 un totale di 2304 impianti inferiori a 1 MW (perciò piccolissimi impianti) ha prodotto solo il 2 per mille della produzione elettrica nazionale, e in riferimento agli impianti grandi più antichi, è fondamentale realizzare interventi capace di migliorarne l'efficienza e ridurre l'impatto, e questo permetterebbe di produrre di più senza dover prelevare più acqua.
Data questa situazione di gran incertezza climatica diventa più rischioso permettere che da alcuni torrenti non fluisca neanche il 10%: nel torrente Rabbiosa di Campodolcino scorrono in media solo 60 l/s cioè l'8% della portata media idrogeologica, nel torrente Drogo solo il 50 l/s cioè il 7,6%, nel torrente Liro dall'invaso di Spluga l'8,6%.
Ma anche alcuni corsi d'acqua dove scorre il 10% o più di acqua non sono esenti da criticità.
Dall'invaso di Isola in Valle Spluga viene rilasciato più del 10% è uno dei tratti più critici: da qui esce 385 l/s pari a 12,5% della portata media.
Questa quantità, anche se maggiore al 10%, non ha garantito la continuità idraulica in alcune occasioni, tanto che si legge nel dgr del 5 dicembre 2016 della Regione Lombarida , “... sono state riscontrate e documentate criticità in merito al mantenimento della continuità idraulica nel tratto sotteso alla derivazione, all'altezza dell'abitato di Campodolcino, richiedendo l'attuazione di una specifica prescrizione al verificarsi di detta criticità”. Ciò fa comprendere che l'acqua che scorre è poca, e questo fa correre il rischio che filtri tutta in subalveo, rendendo necessario una specifica prescrizione.
Sempre in riferimento a questo tratto del Liro, precisamente a monte dell'invaso di Prestone nel report scritto da Edipower “Sperimentazione del DMV rilasciato dalle opere di presa Edipower nei bacini del T.Liro, T.Boggia, T.Mera 2009-2015”. a pag 108 si riporta " Grazie al divieto di pesca sono presenti individui adulti fino a circa 40 cm; la scarsità di rifugi appropriati e di pozze rende invece poco idonee il tratto a ospitare esemplari di taglia maggiore, che presumibilmente trovano più ospitale gli ampi spazi offerti dall'invaso". Ciò non è forse un indicatore che l'acqua che scorre non è sufficiente per pesci di taglia più grande?

Per il torrente Avero sempre in Valle Spluga, si rilascia il 10%. La stessa Regione Lombardia nel suo dichiara che "... sono stati riscontrati e documentati problemi di mantenimento della continuità idraulica, nel tratto sotteso, in località Galivaggio , richiedendo l'attuazione di una specifica prescrizione al verificarsi di detta criticità". Data questa affermazione sembrerebbe logico pensare che per scongiurare questo rischio bisognerebbe rilasciare più del10%.
E poi quale ecosistema legato ad un torrente può esistere in un corso d'acqua nel quale scorre così poca acqua che in alcune occasioni dell'anno può infiltrarsi tutta in subalveo?

Inoltre va ricordato che in ben 16 torrenti della nostra valle (per esempio torrente Starleggia, torrente Val del Servizio, Pilotera, Crezza Rossedo) sono sempre in asciutta perché è stato deciso che il loro DMV venga fatto scorrere presso un altro torrente, che se da una parte va ad incrementare l'acqua presente in quel torrente, dall'altra parta sancisce la totale scomparsa del primo.
Ci sono altre ricadute ambientali negativi dal gran prelievo di acqua in Valchiavenna,il fatto è che son dati difficilmente traducibili per la collettività,e che richiedono tempo e competenze per essere trovati e compresi.

Anche l''articolo della Coldiretti apparso sul giornale la Provincia del 4 novembre, testimonia che la preoccupazione per la risorsa idrica in provincia di Sondrio, non è solo di Legambiente.


Ci aspettano anni molto incerti in fatto di precipitazioni, e giornate di violente piogge si alterneranno a periodi siccitosi. Per tanto la grande variabilità delle portate renderà più difficile il rispetto del Deflusso Minimo Vitale Per questo chiediamo ai Comuni, alla Comunità Montana e alla Provincia di organizzarsi in rete e al meglio per controllare che i DMV siano rispettati.
Ma al tempo stesso ci appelliamo anche ai consorzi montani, gruppi di cittadini,agricoltori, escursionisti di sentirsi sentinelle dei nostri corsi d'acqua , e nel caso vedessero in asciutta dei torrenti che di solito non lo sono di contattare Legambiente Valchiavenna al 345.4807658