La Riserva delle marmitte dei giganti

La riserva delle marmitte dei giganti è gestita dalla Comunità Montana.

Le Marmitte dei Giganti, dette anche pozzi glaciali, di dimensioni e forme molto variabili e contigue a canali, vasche e catini i intercomunicanti sono, secondo gli esperti, le più belle e numerose espressioni del fenomeno evidenziato in tutte le regioni europee interessate dalle grandi glaciazioni quaternarie.

E noi che ci abitiamo vicinissimo le conosciamo veramente??

I ghiacciai attuali non sono che una modesta testimonianza di quelli che a incominciare da circa un milione fino a 12.000 anni fa, ricoprirono in epoche alternate la catena alpina e tutta quanta l'Europa.

I fenomeni glaciali presenti nel Parco (rocce montonate e striate, canali di erosione e di gronda, "Marmitte dei giganti") costituiscono appunto le tracce di quelle antichissime glaciazioni.
L'aspetto arrotondato e levigato delle rocce, infatti, fu causato dell'azione abrasiva svolta dal substrato dell'enorme massa del ghiacciaio in scorrimento, mentre i canali e le " marmitte dei giganti " (pozzi o catini scavati nella roccia viva, di forma cilindrica o più complessa e delle più varie dimensioni) si formarono per l'azione delle acque di fusione superficiale. Durante la stagione calda la porzione superficiale del ghiacciaio fonde parzialmente, dando origine a veri e propri ruscelli; se essi nel loro scorrere incontrano un crepaccio, vi precipitano a cascata trasportandovi sabbia, ghiaia, ciottoli di roccia dura che, cadendo vorticosamente e fungendo da vera e proprio mola, scavano profondamente la più tenera roccia del fondo. Questo perché l'acqua ed i detriti esercitano, dove battono, una forza enorme, in quanto l'altezza della caduta può essere anche di qualche centinaio di metri: tale e infatti è lo spessore di un ghiacciaio vallivo. A volte questi detriti si possono ancora rinvenire, ben arrotondati, sul fondo delle "marmitte", mentre disseminati in superficie si evidenziano frequentemente i chiari massi erratici di granito, trasportati dal ghiacciaio ed abbandonati al momento del suo ritiro.

La Pietra Ollare:
Le "Pietre Verdi di Chiavenna" presentano, a causa delle diverse associazioni mineralogiche presenti, differenti gradi di durezza. La Roccia più tenera adatta alla lavorazione al tornio per la produzione di olle (pentole) è denominata Pietra Ollare.
L'attività estrattiva di questa pietra è stata praticata per secoli in modo continuativo ed ebbe rilevante importanza per l'economia locale

Le incisioni Rupestri
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Sulle rocce levigate, sulle pareti verticali delle antiche cave, su massi isolati e in grotticelle si ritrovano innumerevoli testimonianze della plurisecolare presenza umana e dell'ininterrotta esigenza di comunicare mediante incisioni rupestri.
Grafie figurative e date si accompagnano a geometrie astratte, segni, sigle e simbologie spesso ancora del tutto ermetiche per la difficoltà di trovare il decodificatore atto a tradurre i messaggi.