MILANO,
28 AGOSTO 2017 COMUNICATO STAMPA
Legambiente
presenta il dossier “Idroelettrico: impatti e nuove sfide al tempo
dei cambiamenti climatici”
IN
LOMBARDIA FIUMI E TORRENTI ASSEDIATI DALLE CENTRALI: A RISCHIO LO
STATO ECOLOGICO DEI CORPI IDRICI
Siccità
e captazioni eccessive sono tra le cause principali di una forte
contrazione della disponibilità di acque nella regione alpina, una
condizione che rende indispensabile rivedere la gestione delle
risorse naturali montane. È quanto emerge dal dossier Idroelettrico:
impatti e nuove sfide al tempo dei cambiamenti climatici pubblicato
da Legambiente, che in 40 storie racconta l’impatto sul territorio
degli impianti idroelettrici, mettendo in luce le problematiche
connesse allo sfruttamento delle acque e il conflittuale rapporto tra
incentivi alla produzione e norme spesso inefficaci di tutela dei
fiumi.
«Occorrono
regole capaci di tutelare i bacini idrografici avendo particolare
attenzione per la fragilità dei tratti montani e la risorsa idrica.
– sottolinea
Lorenzo
Baio, responsabile acque di Legambiente Lombardia
– Il
piccolo idroelettrico in Lombardia, benché produca molto meno del
grande, determina la maggior impronta idrica in termini di portata e
d’impatto sui corsi d’acqua, in quanto le derivazioni sono
responsabili della desertificazione di ampie componenti del reticolo
idrico, quasi sempre in aree estremamente sensibili. Per tutelarli
davvero bisogna fare un salto di qualità nell’ottenimento dei
parametri minimi per la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali.
Proponiamo dunque che il Deflusso Minimo Vitale, che si è rivelato
inefficace a tutelare le condizioni di sopravvivenza di questi
ambienti delicati, venga sostituito con il Deflusso Ecologico, un
concetto maggiormente cautelativo per la salvaguardia dell’ecosistema
fluviale».
I
casi più significativi in Lombardia riguardano la provincia
di Sondrio
con il torrente del Soè e dell’Avero, dove si registrano secche ed
episodi di infiltrazione in subalveo. Il dossier segnala anche il
totale prosciugamento di parte degli alvei del Fiume Spoel e dei
torrenti Alpe Vago, Valle delle Mine, Lago del Monte e Trepalle, ai
confini con la Svizzera e il torrente Liro, dove la criticità è
dovuta ad un rilascio di DMV troppo basso e tale da determinare
eventi di asciutta o scarsità d’acqua. Non da meno è la provincia
di Lecco,
dove sul torrente Varrone insistono ben quattro centrali concentrate
lungo 8 km di percorso, con un prelievo d’acqua già a circa 50
metri dalla sorgente. Nel territorio
della Brianza
in sofferenza è in particolare il fiume Lambro, che da alcuni anni è
oggetto di numerose richieste di derivazione e attualmente sono state
completate 7 centraline lungo il suo corso determinandone
un’accentuata artificializzazione e impedendone una possibile
riqualificazione delle sponde.
Se
quasi tutti i grandi impianti sono stati costruiti nel ‘900, le
nuove installazioni dell’idroelettrico, invece, sono pressoché
esclusivamente riconducibili ad impianti ad acqua fluente, con
potenza inferiore a 1 MW, distribuiti quasi sempre su corsi d’acqua
di dimensioni ridotte e sempre più in quota. Tali impianti si
calcola che tra il 2009 e il 2015 (periodo di studio considerato dal
dossier) abbiano prodotto solamente il 2 per mille dell’energia
primaria complessivamente consumata, il 5% dell’energia
idroelettrica. Con questo ritmo si può supporre che gli oltre 2000
nuovi impianti in progetto in Italia con più di 3000 km di corsi
d’acqua derivati potranno mettere
fortemente a rischio fiumi, torrenti e rii per produrre quantità
esigue di energia.
Rimane inoltre l’incognita di cosa accadrà alle centinaia di
centraline già distribuite sul territorio lombardo, qualora
scomparissero gli attuali incentivi.
Le
condizioni di salute di fiumi e laghi dell’arco alpino e delle
Prealpi sono fortemente condizionate dai cambiamenti climatici. Negli
ultimi 150 anni le Alpi hanno registrato un aumento delle temperature
di quasi 2 gradi centigradi: più del doppio della media globale
dell’intero pianeta. Questi cambiamenti
climatici stanno producendo consistenti effetti sul ciclo idrologico.
La disponibilità delle risorse idriche nelle Alpi è in diminuzione,
a partire da una forte
contrazione dell’estensione e del volume dei ghiacciai,
a cui si associa un aumento del rischio di frane e valanghe. Il
repentino scioglimento di ghiacciai ha indotto nei corsi d’acqua
variazioni delle portate, fonti preziose soprattutto nelle estati più
torride e siccitose. Gli studi del Servizio Glaciologico Lombardo sul
fiume Adda, portano a stimare una componente glaciale media nella
portata nel periodo di fine estate pari al 10%-20%.
«La
Lombardia, a parte le preoccupazioni sui livelli dei laghi di Garda e
Idro, non si trova ancora in una situazione drammatica di siccità. –
spiega Damiano
Di Simine di Legambiente Lombardia
– Ma
non possiamo abbassare la guardia, perché in questi mesi stiamo
utilizzando la riserva idrica fossile, quella dei ghiacciai, che
appaiono destinati a estinguersi nei prossimi decenni a causa del
cambiamento climatico. Sarà sempre più difficile affrontare le
siccità senza questa scorta idrica, per questo l’agricoltura è
chiamata a sviluppare strategie di riduzione delle proprie pressioni
sulle risorse idriche».
Per
migliorare la situazione attuale la prima sfida da cogliere riguarda
innanzitutto la qualità dei corpi idrici, che si dovrebbe ottenere
con una piena attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque
(2000/60/CE, recepita con il D.Lgs 152/06) che prevede la necessità
di raggiungere il “buono stato” ecologico dei corsi d’acqua. In
Lombardia su 679 Corpi Idrici fluviali, solo il 33% presenta uno
Stato Ecologico “elevato” o “buono” (15 con stato “elevato”
e 176 con stato “buono”), mentre il restante 67% presenta
condizioni ecologiche insufficienti a garantire questo obiettivo.
Inoltre sui corpi idrici lombardi influisce la pressione antropica,
che sul 75% di essi ha conseguenze significative per l’equilibro
degli ecosistemi, in particolare a causa degli scarichi civili e
degli sfioratori di piena che modificano i livelli di batteri e
inquinanti presenti nelle acque, dell’uso idroelettrico e delle
alterazioni della fascia riparia.
Il
dossier nazionale Idroelettrico:
impatti e nuove sfide al tempo dei cambiamenti climatici è
disponibile al
link:
https://drive.google.com/open?id=17PLjXP8pswleJ-vhCQbRT3oANSsAkE0e
https://drive.google.com/open?id=17PLjXP8pswleJ-vhCQbRT3oANSsAkE0e
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Ufficio
stampa Legambiente Lombardia
Silvia Valenti
Silvia Valenti